Ogni tanto, mentre cammino nei boschi, mi fermo e mi chiedo se io, in quanto essere umano, mi merito tanta Bellezza; mi chiedo che cosa posso aver fatto per meritarmi tanto. In autunno in particolare mi accade spesso. Mi fermo e penso alla mia fortuna, di essere nata in un luogo tanto ricco di meraviglie. Lo so, sembra una chiacchierata patetica e melensa, ma mica so dirla in altro modo questa cosa.
Penso a quante volte i boschi e le montagne mi hanno aiutata a sopravvivere, anche al peggio; penso alle volte che le ansie ed il cuore si sono calmati di fronte alla magnificenza di un albero secolare, o allo spazio aperto, all’illusione di poter toccare il cielo dalla cima di una montagna. Penso alla fatica fisica che mi sono imposta e che mi ha insegnato il coraggio, il limite e la tenacia; penso a chi mi ha dato l’esempio.

Penso a quanto bene mi hanno regalato gli esseri piccoli, anche i più piccoli; alle api, alle formiche, ai coleotteri dalla corazza multicolore, tutti gli insetti meravigliosi e poi alle salamandre dolcissime e lente, lente quasi come me. Penso alla meraviglia che ho provato osservando le cince more che si cibano sui mughi, agli scriccioli che si muovono frenetici dai nidi nascosti sulle rampe coperte di muschi, ai voli acrobatici dei rondoni e al cicaleccio delle piccole rondini nei nidi, ai tuffi del merlo acquaiolo nelle pozze del torrente e ai voli dei rapaci, maestosi, possenti e forti.
Penso con quanta Bellezza questa Vita mi ha voluto riempire gli occhi e l’anima!

Penso ai libri che anime libere hanno scritto e che mi hanno fatto viaggiare in pensieri nuovi; penso al facile accesso che mi hanno consentito ad atmosfere impregnate di odori, luci, volti e abiti colorati o austeri, di luoghi mai visti, lontani nel tempo e nello spazio, ma reali; penso alle poesie che ho vissuto, ai dipinti che mi hanno fatta vibrare di luce e a volte piangere di commozione.
Penso alle musiche, che mi portano lontano, in dimensioni magiche, in mondi che mi riportano a casa. Penso ai sentimenti che ho imparato a riconoscere, anche se nessuno me ne ha mai parlato; penso a quel qualcosa che mi ha permesso di capire, oltre che di conoscere; penso alle volte che ho saputo leggere la mia anima, sondandola da dentro, e calibrare le mie azioni per renderle degne di lei, di questa Vita, di questo Mondo. Penso alla fortuna di aver avuto qualcuno accanto che mi ha aiutato a fare tanto, anche di chi non ho mai visto il volto, ma ci è sempre stato.
Penso ai momenti bui, dove il pozzo sembrava non avere fine e dove le unghie avevano smesso di graffiare e aggrapparsi al nulla, per poi tirarmene fuori, in qualche modo, per rivedere la luce; penso alle mani forti e rassicuranti che mi hanno afferrata, attraverso le parole adeguate, attraverso gli sguardi, attraverso la Bellezza, gratuitamente ed evitando che continuassi a cadere. Penso all’amore, che è ovunque e che ho visto in mille varianti magiche, sparso in ogni anfratto di Vita nascosta nel Mondo, o palesato in ogni raggio di Sole.

Penso alla sofferenza di chi vive; alla mia e a quella di chi ho visto soffrire, cadere e a volte soccombere, per finire in un annullamento irreversibile, senza ritorno. Penso anche agli esempi, nel bene e nel male; a chi con il nulla in mano, con la sofferenza negli occhi e la fatica e l’affanno come compagni di viaggio fin dal primo respiro, hanno saputo comunque creare Bellezza e ricchezza sconfinate, per lenire le ferite degli altri, per rendersi liberi di creare, per mettersi al servizio della mgnificienza del Mondo.
Mi chiedo se di tutto questo ho sempre avuto contezza nel momento giusto, nel modo giusto e se ho reso il sufficiente e giusto tributo a quello che merita di essere visto e compreso; con le mie azioni, con le parole, con i mezzi che qualcuno mi ha messo a disposizione. Mi chiedo se ho fatto abbastanza, se sto facendo abbastanza, se ho gli occhi abbastanza vigili e la mente ed il cuore abbastanza aperti. Mi chiedo se riesco a dire, se riesco a dare e se riesco veramente ad essere; ho sempre un sacco pesante di dubbi a tal proposito. E spesso mi sento troppo poco e forse è così.
Comunque vada e qualunque siano le risposte che forse troverò, o forse no, una parola mi sale in continuazione e con insistenza; è sempre la stessa, è breve e facile da dire e la dico quando mi sveglio e ogni volta che posso, a tutto e a chiunque: “GRAZIE”!
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