Oggi ho trovato la Parca in Paese; ci siamo sedute sulla panchina sotto al sorbo oramai spoglio a chiacchierare, al riparo dal vento. Quando vedo lei le farfalle gialle le svolazzano sempre attorno, anche in pieno febbraio. In pieno inverno a volte delle api pigre le si posano sulle spalle. E in primavera le cince le svolazzano sempre attorno, come se lei fosse una di loro. La Parca è un essere strano e molto, molto saggio. Oggi mi si è fatta incontro lei e io le ho chiesto semplicemente come va; non ha risposto subito. Prima si è seduta, facendomi segno con la mano di sedermi a mia volta accanto a lei e poi mi ha detto: – Non so se faccio bene, ma vorrei dirti una cosa che forse potrebbe esserti utile. Mi devi promettere però di non dirlo a nessuno, che poi mi mandano i vigili a farmi il tso, come hanno fatto col povero Bepi sotto la pandemonia, perché diceva in giro che sarebbero arrivati i 4 Cavalieri dell’Apocalisse a sterminare tutti!- Io la stavo ad ascoltare in silenzio; la Parca è sempre da ascoltare! Ma poi ho visto che si aspettava una risposta e l’ho rassicurata: -Vai tranquilla, Parca; sai che di me ti puoi fidare!- Lei mi ha guardata e ha fatto il suo solito sorrisetto sdentato e sornione; poi mi ha strizzato l’occhio grigio e ha continuato: -Eccome no! Tu racconti tutto quello che ti dico a chiunque!- E ha aggiunto: -Credi che io non lo sappia?! Per questo ti dico certe cose; sei il mio ufficio stampa!- La Parca ha ragione; tutto quello che lei mi racconta, io lo riporto fedelmente ai paesani, perché lei non parla con nessun altro e di solito lei ci azzecca e se mi racconta le cose è proprio perché io le dica a tutti, ma fa sempre finta di raccontarmi dei segreti segretissimi, mentre se la ride sotto i baffi! Oggi però non rideva tanto. Io aspettavo che cominciasse e dopo un lungo silenzio passato a guardare le foglie secche che venivano sollevate dai mulinelli di un vento fin troppo caldo per la stagione, la Parca mi ha detto: – C’è una strana tensione nell’aria quassù da un paio di giorni, non so se anche tu te ne sei accorta.- Io ascoltavo in silenzio e pensavo che la Parca aveva ragione. Lei ha continuato: – E questo vento caldo che ha spazzato via il freddo e le scie nel cielo in una sola notte, ha portato lo Spirito dell’Attesa. Non so se la avverto solo io questa “agitazione”. Sarà la mia solita ipersensibilità alle variazioni di stagione; può essere, ma anche gli animali selvatici si comportano in modo strano in questi giorni, sai? – La Parca si era sistemata il fazzolettone sulla testa, passandosi la mano raggrinzita sulla fronte, per sistemarsi i ciuffi di capelli bianchi che ogni tanto le uscivano da sotto il copricapo. Poi ha sospirato forte e ha detto: – Alcuni animali sembra che non abbiano più l’udito e l’olfatto, o forse sono distratti da cose che noi non percepiamo e si concentrano su quelle, non facendo attenzione a tutto il resto, non lo so. – Si guardava pensierosa il lungo grembiule blu scuro a fiorellini bianchi e con le due mani lo lisciava, sistemandolo per bene sulle ginocchia. Poi ha detto: – Oggi all’alba mi sono passati davanti tre caprioli, a tre metri, lentamente; non mi hanno nemmeno vista; potevo sentirne l’odore. Mi trovavo ferma e in piedi su un sentiero aperto e avevo anche fatto rumore arrivando lì, perché c’era la neve che scricchiola e in più avevo il cane con me. Mi ero fermata per soffiarmi il naso, capirai se non ho fatto rumore!- La Parca mi guardava fisso, come a cercare conferme del fatto che avevo capito. Io avevo capito, certo, e le dissi: – Che cosa strana, no, Parca? – E lei ha risposto: -È strano, sì! Ed ero in quota e in pieno bosco; non erano caprioli abituati alla gente, quelli, ma sembrava che non mi vedessero. Mai visto niente di simile! E ieri, allora?! Ieri un branco di lupi ha sfilato lungo il crinale del Gep senza fare caso ad una decina di cinghiali che distavano da loro neanche 50 metri; stavo osservando i cinghiali da almeno mezz’ora, io! Che scavavano nella neve bagnata a cercare i crocus! – La Parca scuoteva la testa e guardava le foglie portate via dal vento. Poi ha detto, pensierosa: – O i lupi erano molto sazi, o non li hanno proprio sentiti, i cinghiali! – Poi ha aggiunto scuotendo la testa: – Ma sarebbe improbabile!!! O forse avevano sentito me e non si sono avvicinati per quello, non saprei! – Pensava con la fronte corrucciata, la Parca. Io la seguivo, perplessa e aspettavo che continuasse. – Ma la cosa strana è che anche i cinghiali non hanno battuto ciglio al passaggio dei lupi! Se ne stavano lì fermi a grufolare come se niente fosse, con i piccoli dell’anno lasciati da soli. Io non capisco. Non ho mai visto niente di simile!- Adesso la Parca era veramente pensierosa e si vedeva che era anche preoccupata. – E i gatti, allora?! I gatti da due giorni non escono se non per pochi minuti. Capirai! I miei gatti da bosco che di solito stanno fuori mezze giornate a cacciare anche sotto la neve, da due giorni non escono di casa!! Capisci anche tu che c’è qualcosa di strano nell’aria!- Mi fissava, per capire se c’ero, se avevo capito la gravità della situazione! Io annuivo, per rassicurarla e intanto pure a me cresceva la preoccupazione. Poi la Parca ha aggiunto: – Non le ho dette a nessuno ste cose, che poi mi prendono per matta paranoica e mi bruciano sul rogo del paese a carnevale! Ci sto ben attenta! Non ci crederebbe nessuno e non le capirebbe nessuno, ste cose!!- MI osservava con la coda dell’occhio, e un po’ sorrideva e un po’ era seria. Poi sottovoce ha aggiunto: – Ma a te le dico lo stesso, che a te lo sanno che sei strana e che racconti cose strane. A te per ora non ti brucia nessuno sul rogo; pensano che sei un’artista, una un po’ originale, ma non una strega, come fanno con me perché sono vecchia e vivo da sola nei boschi!”. Io capivo cosa intendeva la Parca, anche se sapevamo tutte e due che la gente aveva paura di lei, perché non sbagliava mai una previsione. Io no, non avevo paura della Parca, perché sapevo che aveva un dono e soprattutto che lo sapeva usare sempre bene e a fin di bene, senza chiedere nulla in cambio. Per me era una delle Persone che meritavano più rispetto in assoluto. E lei sapeva cosa pensavo, lo sentiva. Lei leggeva nel pensiero. Di me poteva fidarsi. E allora io le ho chiesto: – Cosa pensi che stia per accadere, Parca?- Allora lei diventò seria e i suoi occhi fissarono il vuoto, come se vedessero qualche cosa che io non potevo percepire e disse: – Ci sarà una tempesta di neve e gelo! Molto, molto fredda e lunga; almeno dieci giorni. Le temperature si abbasseranno come non mai. Ci vorranno giorni prima che si calmi. Ci vorrà molta legna all’interno delle case, perché fuori non sarà possibile andare a prenderla. Ci vuole molta legna all’interno delle case; ricordati questo! Solo la legna potrà scaldare le case, perché tutto il resto sarà fuori uso. E viveri a sufficienza per tutti; ci vorranno viveri che possono essere conservati a lungo e le persone dovranno stare ferme per giorni, in casa, finché non smette di nevicare! – Io la stavo a sentire e mi salì la paura. Poi le chiesi: – Quando, Parca? Quando accadrà? – Lei rispose con la voce bassa, appena percettibile e intanto folate di vento caldo portavano le foglie secche verso di noi. La Parca disse: – Domani il vento smetterà di soffiare e allora arriveranno le nubi e l’aria si farà fredda. Dopo due giorni il vento tornerà a soffiare così freddo come non lo avete mai sentito e cadrà la pioggia e poi il ghiaccio. Al terzo giorno il peso della neve ghiacciata avrà fatto cadere rami e alberi e non ci sarà più la corrente elettrica. Le strade saranno impraticabili. Poi comincerà la vera nevicata e durerà per molti giorni. Molti animali moriranno e molti alberi cadranno. Si salverà solo chi avrà trovato riparo.- Lo sguardo della Parca si era fatto triste. Lei non pensava ai paesani; pensava agli animali dei boschi, adesso. Mi fissò negli occhi, perché aveva capito che io avevo capito. Poi si alzò e disse: – Devo andare a portarmi la legna in casa. Ti consiglio di fare lo stesso.- Io avevo annuito e quando lei era già a qualche passo le ho detto: – Grazie, Parca! Non lo dirò a nessuno, non preoccuparti!- La Parca si era girata e mi aveva strizzato l’occhio, ma non sorrideva, era estremamente seria e ha aggiunto: -NOn preoccuparti, se seguirai le mie istruzioni, te la caverai! Ricordati di tenere gli animali al sicuro e di far rimanere qualcuno nella stalla quando comincerà a nevicare, per prendersi cura delle bestie!- Aveva pensato a tutto, la Parca. ![]() |
La Parca

20 risposte a “La Parca”
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❤
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☺
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Bellissima la visione quasi onirica, molto realistica la situazione (visto i tempi), molta “strizza” per le previsioni fosche.
Verità anticipata o semplici esercizi di stile letterario????????"Mi piace"Piace a 2 people
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Vittorio… la Parca, mi spiace, ma non sbaglia mai. 😉
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😳
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Ma non c’è da aver timore; basta seguire le istruzioni e tenersi pronti. 🙂
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Grazie di questo tuo racconto io lo credo molto ,molto verosimile . Farò provviste anche io ,seppure vivo in pianura … è meglio essere prudenti e fiuto un ‘aria piuttosto strana anche da queste parti . Allegra serata comunque Elena 🐞💙💚💪
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L’allegria è l’unica cosa che ci può far passare indenni i lunghi inverni, insieme alla legna e alle provviste. 😉 Buona serata anche a te. ❤
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Sì. Questa cosa detta dalla Parca sta davvero per accadere (se la rivedi, dille che la sua chiaroveggenza è esatta) e il freddo aumenterà anche nei prossimi anni. C’è solo da sperare che il tutto non sia così drammatico a causa della mancanza di energia elettrica ma il naturale ciclo del freddo detto “piccola era glaciale” è iniziato già dal 2020 ed è dovuta alle macchie solari, non all’uomo. Presto gli “scienziati” di Stato si inventeranno che anche questo, come il riscaldamento globale, è causato dall’uomo. E giù tasse. Oppure diranno che il freddo proviene dal caldo… è già successo… Ciao cara Elena!
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Quando la rivedo, riferirò le tue impressioni, Nereo. Lei pensa che l’energia elettrica così come la conosciamo per un po’ dovremo abituarci a togliercela dalla testa. Ma confida in altri metodi più efficienti per sostituire i soliti cavi che si sgretoleranno a forza di schianti e gelate. Forse, oltre ai paesani, dovrei avvisare anche i seguaci della Gretina… alias “Piccola Greta”, tu che dici, Nereo? Giusto perché non ci rimangano troppo male, ecco. Mah… ma poi penso che chi non sa capire che il freddo c’è perché fa freddo, e il caldo c’è perché fa caldo… forse sarebbe inabile alla comprensione della verità delle cose e perderei solo tempo. MI dedico ai paesani che hanno un po’ più di cervello e alla Parca ci credono perché già in passato ci ha preso in pieno.
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Sono d’accordo sul non avere a che fare con i GRETINI. Però quello che fai, qualsiasi cosa, per me è giusto. Ciao.
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Ti ringrazio moltissimo per la fiducia, Nereo. 😀
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Sì, la Parca ha sempre ragione.
Sei brava a scrivere, complimenti.
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Grazie mille, Marina. Ogni tanto mi lancio. Questa in realtà era una mail, ma poi ho pensato che la persona che l’avrebbe ricevuta, non l’avrebbe mai letta, perché troppo lunga e così ne ho fatto un post, romanzandola un po’. 😅
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Thank you for this compelling message from la Parca, Elena. Do you think, perhaps, she was indirectly speaking about humans …? What is reporting about the animals we can already see in many people … that is my observation anyway. la Parca is speaking about the present and the near-future, but for the moment it’s not so self-evident for many people – and because they are blind (blinded by something – they seem to have lost their senses) we are not sure if/when they will see again. La Parca sees very clearly and she is concerned with reason. I will have to translate more of your posts, as I find this kind of writing more rare now on the internet/blogging. J.J.
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Thanks to you, Jean Jacques; Parca knows well the dynamics of Nature. She knows that everything has a consequence, including the kind of thoughts that humanity today has for the most. People don’t know that they create with thought; Constantly thinking about catastrophes, generates catastrophes. Most people still can’t understand all this and don’t talk about anything else from morning to night. They turn on the television, connect to social media and do not see and talk about anything but what is about to happen. And so the prophecies come true.Catastrophes come true if everyone thinks of catastrophes and peace comes true if everyone thinks of peace. The problem, you see, lies in the fact that the masses do not know how to think autonomously and think according to the inputs that come to them from television and the media. It is others who think for the masses and thus conditions are created for which there will never be evolution. It does not suit those who control the masses to realize that they themselves are the creators of the world in which they live; They simply manipulate them as they please. On blogs today you read what the manipulators want us to write. If we do not want to be manipulated, we must start writing what we want, in a free way, for those who are still capable of it.
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Thank you Elena – you expressed it better than I could, perfectly summarized. These are my thoughts exactly too. These particular times we are in is a test for all of humanity, for all of us – and every individual is also being tested personally – if only people would know that they might care more to become more consciousness and independent minded. It’s a pleasure to read your views.
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Thank you; The pleasure is mutual. It’s nice to exchange ideas with those who can understand them. It is not at all obvious today. Thank you
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Bel racconto, cattura molto l’attenzione. brava 🌹👏🏻
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Grazie… parla di profezie, in tempi di profezie… 😀 😀
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