…Perché mancano le liane. 😂
Mi sono sempre chiesta perché non è ancora nato lo sport dell’arrampicata sulle piante; non che manchi, sia chiaro. A me gli alberi piacciono così come sono, senza gente che ci si arrampica con corde e moschettoni, rovinandone magari la corteccia, però me lo son chiesto il perché la gente non sente il bisogno di arrampicarsi sugli alberi, come accade invece per le rocce, le cascate di ghiaccio e le montagne.
MI sono data una risposta triste; gli alberi che abbiamo noi oggi in Italia sono troppo giovani per invitare qualcuno a scalarli; di alberi secolari ce ne sono, ma non ci sono le sequoie millenarie, per dire… e secondo me, questo la gente lo “sente”, lo capisce. Una vecchia quercia invita alla scalata, se è veramente vecchia. ma gli alberi nel nostro paese, quelli antichi, quelli veramente vecchi sono stati tagliati quasi tutti in passato; in un recente passato, in realtà. Mi sono sempre chiesta il perché; voi ve lo siete mai chiesto il motivo?

Io ho una teoria: penso che sono stati tagliati perché gli alberi veramente antichi sono dei trasmettitori di informazioni; sono come delle antenne che catturano energia dall’etere e la trasferiscono a tutti gli esseri che li avvicinano. Non posso averne le prove certe e scientificamente inconfutabili, (lo so che voi volete le prove della scienzah) perché di alberi veramente antichi, io ovviamente non ne ho mai visti da vicino, ma so quello che trasmettono gli alberi relativamente molto giovani che frequento ogni giorno. Di quelli vi posso parlare, anche se non in modo scientifico, ovviamente, perché “ciò che non si vede” ci sono solo due modi per conoscerlo: o si sperimentano gli effetti in prima persona, o si trovano metodi scientifici per misurarne e verificarne gli effetti. Io mi attengo al primo metodo; sulla mia pelle, su me stessa, gli alberi hanno un certo effetto che definirei in parole poverissime, “super rigenerante” e invito chiunque a verificare se questo è vero in prima persona. Non so dirvi quale energia ha questo effetto su di me, perché non è visibile, ma so dirvi che lo sento quando sto nei boschi.

Camoscio di bosco
La corrente elettrica, ad esempio, nessuno l’ha mai vista, ma siccome produce luce, tutti sanno che esiste. Mi chiedo solo perché ce la fanno pagare, visto che esiste a prescindere da chi la distribuisce. E’ come dire che ci fanno pagare l’aria che respiriamo, un’altra cosa che non si vede, ma che siamo tutti certi che esiste. Ti dicono che tu paghi un servizio, ma secondo me, un vero servizio sarebbe quello di creare un meccanismo che permetta di avere luce elettrica gratuita per tutti, no? Altrimenti si chiama speculazione. Nel senso, che chi ce la fa pagare ragiona così: creo le condizioni per le quali se tu vuoi la luce elettrica, devi pagarmela. Ma mi guardo bene dal creare le condizioni per le quali chiunque può usufruire gratuitamente di una risorsa liberamente presente in natura.

L’aria che respiriamo, ad esempio; se fosse gestita nello stesso modo di come gestiscono la corrente elettrica, dovrebbero necessariamente ridurne la possibilità di accedervi gratuitamente, ma siccome è disponibile e respirabile ovunque, l’unico modo per specularci su sarebbe quello di renderla irrespirabile e fornire i mezzi per depurarla… come dite? C’è già chi lo fa vendendo filtri per l’aria? Soprattutto ultimamente, che tutti hanno paura di virus e batteri? Allora piano piano ci stanno arrivando. 🙂
Comunque io, ogni tanto un’arrampicata sugli alberi me la vorrei fare, anche se sono giovani e anche se non hanno le cortecce molto spesse come quelle delle sequoie millenarie. Un tempo lo facevo, qualche anno fa, quando il fisico me lo permetteva; era massacrante tanto quanto scalare una parete verticale, credetemi, ma una volta in cima, non c’era storia e la fatica valeva la pena averla fatta tutta. Ho molta nostalgia di quei tempi. Molta. Vorrei tornarci a quelle esperienze. Vorrei provare a tornarci.

Monte Maggio
Secondo me c’è qualche cosa di atavico che ci chiama dalle fronde degli alberi. Sarà che in noi ci portiamo la memoria ancestrale di quando ci vivevamo lassù, fra le fronde, chissà. Calvino ci ha scritto un romanzo e ci ha preso in pieno, mi sa. Anche Tarzan potrebbe dirci come ci si sente a stare tutto il giorno appesi fra le fronde come delle scimmie e se qualche cosa ci risuona dentro leggendo questi romanzi, vuol dire che ancora ci ricordiamo di quando eravamo tutti fruttariani arboricoli. 😀
A voi vi risuona?
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