Parlammo del Pitone, leggendo Ovidio. Il pitone sappiamo che è anche un serpente che però esiste davvero, no? Un pitone l’ho provato a illustrare ed è un animale decisamente interessante. Ma il Serpente in sé, è un animale che ricorre spesso, anzi no, spessissimo nei racconti e nella simbologia classica in generale. Ma non si riesce a capire se sto Serpente è un elemento positivo o negativo, giusto?
Prendiamo in considerazione che il Pitone, il Serpente o il Drago può essere considerato come un’unica manifestazione archetipica di una forza dirompente e primordiale; qualche cosa che quando ci pensiamo non ci rassicura per niente, perché ha caratteristiche che istintivamente ci mettono in allarme. Il Serpente è un rettile e i rettili, salvo rare eccezioni, non ci piacciono granché, diciamolo. Nel contempo però ci attirano e non sappiamo bene il perché. Nella Genesi bilica viene preso il Serpente come esempio di male assoluto; quantomeno questo è quello che ne esce dalle traduzioni ufficiali. È il Serpente che tenta Eva e che porta lei ed Adamo a dover lasciare il Paradiso Terrestre; la storia la sappiamo tutti, anzi, forse è l’unica parte della Bibbia che conosciamo proprio tutti.
Però poi, ci ritroviamo il Serpente anche in simboli come il Bastone di Asclepio, (o Esculapio) quello che vedete su tutti i neon delle farmacie, per capirci. Anzi, il bastone di Asclepio vede due serpenti, che s’intrecciano e si attorcigliano lungo una verga, con le teste dei due rettili che si fronteggiano nella parte sommitale, in prossimità delle due ali poste in alto sul bastone. Ma se voi sapeste di trovarci un serpente, ci andreste in farmacia? Penso proprio di no, eppure il simbolo della farmacopea sono i serpenti lungo il bastone.

Mercurio o Ermes viene spesso raffigurato con il Caduceo, il bastone con i due serpenti alati e foriero di prosperità e di pace (manifestazione fisica dell’equilibrio). Oggi emblema dell’Ordine dei medici (vabbèh…stendiamo un velo).
Non è che per caso, i due serpenti che si avvolgono su se stessi somigliano un poco alla oramai famosa elica del DNA? E se così fosse, non è che per caso il doppio serpente equivale al simbolo della Vita, della procreazione, dell’energia legata alla riproduzione (detta anche Energia Sessuale), oltre che della Conoscenza? La butto lì, eh… sono solo ipotesi, ma quando vedo immagini come queste, il dubbio mi sorge spontaneo e non posso farci niente.

Questa è la sommità di un tipico pastorale di un vescovo. (?)
Ma allora, sto Serpente, che significato simbolico ha? Positivo o negativo? È bene dare ascolto al nostro istinto, forse condizionato anche da una certa educazione culturale e religiosa, o si può anche farci su un ragionamento diverso e valutare l’utilità di questo elemento? Io penso che si possano fare entrambe le cose.

Uroboro o Uroboros, il “serpente che si morde la coda”, simbolo del tempo ciclico e dell’eterno ritorno è legato, nella simbologia alchemica, all’idea di purificazione delle sostanze, all’idea di ascesi, di passaggio a un dominio superiore. Sempre di serpenti che hanno lo scopo di portarci da uno stadio inferiore a uno superiore, si parla. Dalla Non Conoscenza, alla Consapevolezza.
In fin dei conti, il veleno dei serpenti viene utilizzato per avvelenare le frecce e fare la guerra; gli indiani d’America ci insegnano, ma può essere utilizzato anche per preparare delle sostanze quasi miracolose che sanno guarire e lenire il dolore. Il veleno di un Crotalo brasiliano viene utilizzato per creare farmaci che impediscono i coaguli di sangue, ad esempio, e la maggior parte dei farmaci salvavita derivano da tossine presenti nei veleni di piante e rettili.
Lo stesso discorso si può fare per le piante, appunto; esistono piante velenosissime che, se ingerite o semplicemente toccate, ti portano all’altro mondo in pochi minuti, ma se ne estrai i principi attivi e li impari ad usare come si deve (attraverso la Conoscenza), puoi procurarti rimedi per malattie anche mortali, altrimenti introvabili. E ancora:

Pianta di Belladonna – una delle tante piante che per l’uomo possono risultare letali.
il Serpente che tenta Eva, è fonte di Conoscenza, visto che riferisce alla prima donna la differenza fra il bene e il male, oppure è solo un satanasso tentatore? Anche qui, io direi di andarci piano con i giudizi lapidari, perché se c’è una cosa che la Vita e la Natura ci insegnano, al di là delle dottrine religiose, beh… questa è che la “giusta via sta sempre nel mezzo”, o che a una singola domanda ci possono essere diverse risposte, tutte vere, o tutte false, o più frequentemente, alcune vere e alcune false.
Prendiamo il Drago come personaggio delle fiabe come ulteriore esempio; il Drago è il rettile che a noi fa tanto ribrezzo per definizione, giusto? Ma esistono fiabe dove il Drago è buono?

Grisù, il draghetto pompiere
No, direte voi, e invece non è vero, perché oltre a Grisù, se vi ricordate “La Storia Infinita” di Michael Ende, il più potente alleato del piccolo protagonista Atreio è proprio un Drago, Fuchur; in questo caso si tratta del Drago della Fortuna, che accompagna Atreio nelle sue avventure per sconfiggere il Nulla che si sta mangiando il Regno di Fantasìa. Faccio questo esempio, perché probabilmente quasi tutti conoscono la storia, per via del film. Ma di esempi di questo tipo, nella letteratura fantasy, popolare e soprattutto fiabesca in genere, ce ne sono moltissimi. Poi, lasciamo perdere se Fuchur nel film viene rappresentato con una testa rassicurante e morbidosa di un grosso peluche cucciolone di cane; gli sceneggiatori lo hanno fatto per farcelo digerire meglio, ma si tratta pur sempre di un Drago.

A noi gli animali pelosetti e morbidosi ci piacciono un sacco, mentre quelli squamati che danno il senso del viscido (la pelle dei rettili non è per nulla viscida; ve lo dice una che i rettili li ha tenuti in mano svariate volte) anche no; noi siamo mammiferi e cerchiamo i nostri simili, anche se poi facciamo di tutto per avere la pelle liscia e liberarci dai peli (siamo una specie piena di contraddizioni). Ma in definitiva, abbiamo anche una parte del cervello che si chiama “rettiliano”; chiediamoci il perché.
Simbolicamente parlando, il Serpente rappresenta l’energia primigenia; vi ricordate della dea Teti, quella che in Ovidio si incazza come una biscia (appunto) con Febo, perché gli ha ucciso Pitone? Ecco, il Serpente incarna quella forza primordiale legata indissolubilmente alla Terra (simbolo di fertilità in una concezione femminile e di procreazione in una concezione maschile) e che a noi tutti fa un po’ tremare i polsi, perché la riconosciamo come incontrollabile e molto, molto potente.
Ma il fatto che a noi l’idea di potenza sessuale ci fa tremare le ginocchia, non implica necessariamente che è una forza esclusivamente negativa, perché se così fosse, la Terra non produrrebbe nessuna Nuova Vita e nessun essere vivente si riprodurrebbe più. Invece accade esattamente l’opposto; la Terra è Madre per definizione. Il fatto che una cosa non sia sotto nostro diretto controllo ragionevole e razionale, non per questo è solo brutta e cattiva.
Non è rassicurante, certo, ma può anche essere una potenziale risorsa senza fine. Come? Ma attraverso l’acquisizione di una Conoscenza che ci permette di controllare tale forza, appunto. Ma a chi è che fa comodo che noi siamo esseri succubi di un timore, di una paura primordiale e quindi più gestibili e manipolabili? Hm? Eh? 🙂 E soprattutto, per quale motivo? Perché dimostriamo in continuazione di non essere abbastanza maturi per saper gestire una consapevolezza che inevitabilmente ci conferirebbe anche un certo potere? Può darsi.IN effetti, se mi guardo attorno, non so mica in quanti di noi possono gestire un potere di questo tipo. Ma non ci dobbiamo preoccupare; a nessuno viene dato più di quel che sa gestire, a meno che proprio non se lo vada a cercare.
Nella religione Cattolica si vede spesso questa figura:

La Madonna della serpe, anche detta Madonna dei Palafrenieri, è un dipinto non molto conosciuto ma molto prezioso di Caravaggio. Fu realizzato nel 1606 e si trova ora presso la Galleria Borghese di Roma.
Nell’immagine si vede la Vergine Maria che con l’aiuto del piede di Gesù, schiaccia il Serpente che, negli scritti biblici abbiamo già detto, è simbolo del Male per eccellenza. Ma questo tipo di visione del serpente è presente solo nella Bibbia, mentre in qualsiasi altro scritto antico, il Serpente è foriero di Conoscenza e saggezza; ce l’hanno pure i vescovi sul pastorale e lo rendono ben visibile nelle occasioni ufficiali! E come si spiega?! Non è che quel simbolo sta a significare che LORO sono gli unici detentori della Conoscenza? Chiedo eh, ipotizzo.
Lo so che questi discorsi faranno incazzare e indignare qualcuno, ma la mia è una mera lettura delle informazioni che ho raccolto; non ho nessun altro fine se non quello di voler capire come stanno le cose. Nella religione egizia, ad esempio, il Serpente era presente sul copricapo del Faraone e rappresentato in mille modi e di nuovo, come simbolo di Vita, Prosperità e Conoscenza.

Uadjet viene raffigurata come un cobra o come una donna con la corona rossa, simbolo del Basso Egitto.
Associato alla dea è l’ureo, simbolo della regalità a forma di serpente, posto sulla fronte di Ra e che adornava i copricapo dei sovrani egizi.

La maschera di Tutankamon con Udjaet al centro della fronte.
Ora, o il simbolo ha cambiato interpretazione con l’andar del tempo e in particolare dall’instaurarsi della religione Cattolica… e tutti quelli che erano arrivati prima, compresi gli Indios Americani che adoravano il Serpente Piumato come divinità che (di nuovo) aveva portato agli uomini il Dono della Conoscenza, e tutti gli altri popoli antichi della Terra, ne avevano una visione distorta, oppure c’è qualche cosa che non capisco e che non torna. Chiedo ai viandanti che certamente ne sanno più di me.

Tempio Maya; il Serpente Piumato.
Comunque sia, tutte queste contraddizioni, non aiutano ad avere le idee chiare. E in realtà, l’unica contraddizione deriva proprio dalla simbologia del Serpente legata alla religione Cattolica, diciamolo chiaramente. Se vi dico Eva e Serpente, qualcuno di voi mi può dire in tutta serenità, che non pensa immediatamente alle parole tentazione, o diavolo o peggio, Satana?
Questa è la nostra cultura, c’è niente da fare. Come dire che Conoscenza = Male = Satana, giusto? Ma se poi viviamo tempi di continue guerre e prevaricazioni da parte di pochi nei confronti delle moltitudini proprio a causa dell’ignoranza diffusa (perché la paura può essere diffusa solo se alberga l’ignoranza nelle menti delle masse), allora mi chiedo: se la Conoscenza è Male, allora l’Ignoranza, che cos’è?! Chiedo sempre ai viandanti.
E poi ci sono alcune cose nella cattolicissima Italia che lasciano un po’ perplessi, perché si vede che hanno resistito nei secoli e si vede che sono delle eccezioni derivanti da antichi riti pagani; si chiama “Festa dei Serpari” e si tiene il primo maggio di ogni anno in Abruzzo, a Cocullo, in onore di San Domenico. Anziché fare il concerto, a Cocullo si catturano biacchi, biscie dal collare, cervoni e saettoni, tutti animali non velenosi e innocui, ovviamente.
Vengono catturati in natura, lì, nel circondario e sono vivi (no, perché qualcuno paventa ogni tanto che siano finti). E’ una festa candidata a diventare patrimonio dell’UNESCO, tra l’altro. Ma ovviamente qualcuno, dopo centinaia d’anni, si è accorto della cosa e sta mettendo in moto tutto un iter burocratico legale per farla finita con queste pratiche giudicate “pericolose per la biodiversità della zona”.

Ora, io posso capire che chi ama gli animali può non essere d’accordo, anche se i serpenti catturati poco prima della festa vengono nutriti e tenuti con cura e poi prontamente liberati alla fine della processione, ma mi chiedo: se in centinaia d’anni la biodiversità della zona non ha risentito di questa pratica, perché si dovrebbe farla finire proprio adesso, visto che fino a ieri non si ravvisava alcun maltrattamento? È una domanda che mi pongo da ignorante; poi ai viandanti le dovute valutazioni, anche alla luce di quanto detto poco sopra.
Insomma, pare che tutto ciò che ha a che fare con questo tipo di simbologia, vada rimosso a tutti i costi, anche se si sa: le tradizioni in alcune terre italiane sono dure a morire e di questo occorre rendere grazie alle dinamiche antropologiche locali che sono fatte di fede, di riti antichi, di danze e musiche tradizionali, di costumi e usi meravigliosi e diversissimi tra loro e però sono anche la spina nel fianco di chi ci vuole tutti uguali e omologati sotto un unico credo e un’unica direzione politica, possibilmente in un numero limitato ed esiguo, così da renderci più controllabili e manipolabili.
Il punto è che nella natura umana esiste una componente che rende ogni singolo individuo unico e irripetibile (e questo è contemplato anche in quel simbolo a doppia elica ravvisabile nel DNA di ognuno di noi) che non è trattenibile, esattamente come accade quando qualcuno vuole catturare e trattenere fra le mani una biscia che non ha nessuna intenzione di farsi prendere. Con questo vorrei dire ai guru dell’omologazione e del globalismo spinto a tutti i costi e con ogni mezzo, che forse hanno fatto già moltissimi danni anche in termini di costi di vite umane, ma hanno comunque già perso in partenza! Ci tenevo solo a farglielo sapere! Con le Leggi e le forze della Natura, non c’è storia; mettetevela via!
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