
Questa che vorrei indicare ai viandanti, è la via delle foglie brillanti e dei muschi profumati di terra. Questa è la strada delle fate, delle ninfe e degli gnomi; quella che si addentra nel fitto della foresta e poi prosegue ancora più addentro, fra le fronde fresche, dove la luce filtra appena e dove tutto il suolo è soffice, avvolto da tappeti di verde brillante ed erba tenera e morbida. E’ il bosco delle luci magiche, questo, e dei suoni soavi che invogliano a sognare.

Questo è il bosco dei ronzii, dei sentieri appena percettibili alla miope vista di un umano, scavati da zampette pazienti, da tenaci e minuscole formiche di terra e da decise e resilienti formiche Rufa rufa; leggeri percorsi infiniti e fitti di reti e labirinti a raggera, disegnati da una miriade di brevissimi passi e di minuscole zampette di superficie, e smossi da morbidi esseri sotterranei e invisibili.

E’ la strada migliore quella del bosco, perché è accompagnata da una mirabile schiera di amici visibili e invisibili, discreti e splendidi, alcuni alti e possenti e altri piccoli o minuscoli. E’ la mia strada, questa, quella che conosco meglio, che sento più vicina; è la più varia e splendida, quella che ho scelta da tempo e non me ne sono mai pentita, e dalla quale non ho mai avuto delusioni, sconforto, tristezza. Questa è la strada che mi ha salvato milioni di volte dall’inutile, dal nulla, dalla mediocrità e non ricordo nemmeno più quante volte ho avuto il privilegio di ammirare le fronde per rendere loro grazie.

Un tempo era la strada di molti, veniva rispettata con grande consapevolezza dagli umani; gli antichi conoscevano e riconoscevano l’immensa saggezza degli esseri che portano le foglie. Li veneravano, li omaggiavano di preghiere e doni; li sapevano ascoltare e prendere d’esempio. Oggi pochi sanno di che cosa sto veramente parlando, e ancora meno sanno portare il rispetto dovuto a questi esseri miracolosi. Possenti esemplari vengono spazzati via da orde di motoseghe e da raffiche di vento anomale e non rimane nulla. Oggi occorre raccogliere la saggezza perduta, di nuovo, e portare agli esseri che portano le foglie il dovuto rispetto.

Nessuno crede più ai miracoli, eppure gli alberi si nutrono con acqua, terra e sole e non consumano né acqua, né terra, né sole. Gli alberi non consumano nulla che non venga restituito prontamente; hanno creato un equilibrio perfetto con il tutto; io questo lo chiamo “Miracolo”, non so voi. Gli alberi che costeggiano questa strada sanno muoversi e lo fanno in silenzio, con estrema lentezza e con eguale efficacia ed efficienza; nessun movimento di nessuna parte di una pianta ha luogo inutilmente e senza raggiungere lo scopo al quale tende.

Gli alberi parlano; lo fanno a voce alta quando si fanno abbracciare dall’aria e dal vento fra le fronde, e si lasciano dondolare con eleganza sussurrando appena quando sono attraversati dalle brezze leggere. Gli alberi parlano quando accolgono a piene foglie la pioggia; non importa se questa è violenta e scrociante, o appena percettibile e leggera; loro si fanno scorrere rivoli allegri lungo i rami, e poi giù, lungo i tronchi, fino nella profondità della terra, dove affondano le radici e sussurrano la loro gioia. Rallentano lo scorrere dell’acqua e fanno sì che la terra la sappia accogliere con gradualità, fino a imbibirsene profondamente. Sono lo strumento unico e magico che lega le nuvole al terreno. Sono così immensi e forti gli alberi, anche i più piccoli, che possono fare a meno di parlare per essere immensi!!

Questa è la strada che non ci appartiene, perché noi siamo animali e non sappiamo vivere stando radicati al terreno; noi dobbiamo muoverci, altrimenti ci tocca morire. Siamo così fragili rispetto agli alberi, noi. Questa è la strada degli esseri che parlano in ogni attimo con la Terra, la strada di chi sa vivere senza dover fuggire dai predatori; è la strada degli esseri che ad ogni ferita si rigenerano più forti e più possenti di prima!
È la loro strada questa, ma ci può accogliere se la percorriamo con il dovuto riguardo, con il rispetto necessario; la strada del bosco è quella che ci porta verso il futuro, che ci indica una via sicura, un approdo e una salvezza da noi stessi, e dalla nostra arrogante stupidità. E’ una strada che insegna ad essere umili e attenti. Abbiamo così bisogno di essere umili, oggi! Abbiamo così bisogno di essere più attenti!! Invito i viandanti a scoprire il percorso, perché mai come ora è urgente e mai come ora ne vale la pena.
Continua…
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