Ascolta il PODCAST DI STORIE SELVATICHE
Fra le Storie Selvatiche, non c’è niente di più selvatico delle Metamorfosi di Ovidio, secondo me. No, io non ho fatto studi classici, ma ho letto molti testi da semplice appassionata; mi sarebbe piaciuto se in età scolare qualcuno mi avesse aiutata a comprenderli e ad approcciarmi a questi testi in modo forse più appropriato, ma penso che poi col tempo e con tanta fatica ci sono riuscita anche da sola. Per me la lettura di libri come le Metamorfosi è stata comunque una lettura libera ed estremamente gratificante.
Poi, che io non sappia cogliere certi aspetti legati al contesto storico e linguistico, questo è pacifico, mancandomi le competenze tipiche di chi ha fatto studi mirati, ma penso di poter sopperire alla mancata formazione con una buona dose di curiosità e senso pratico nel fare le mie ricerche. Nel proporre le letture che ho amato, vorrei condividere la mia idea a proposito, ma non è certo mia intenzione imporre una visione personale a nessuno, tantomeno a quelli che in termini nozionistici ne sanno certo più di me; mi limito a condividere con chi ha la curiosità e la pazienza di sentire che cosa ho da dire in proposito, sperando che questo risulti interessante per qualcuno.

Io li capisco gli studenti che non amano molto i classici che vengono proposti nelle lezioni scolastiche; li capisco bene, perché io ho provato questa stessa sensazione per molti dei testi che mi erano stati proposti nel corso della mia carriera scolastica, tranne uno di cui ho già parlato, ovvero Storie dell’Anno Mille di Luigi Malerba e Tonino Guerra; un libretto leggero e divertente, proposto da una mia insegnante delle medie, estremamente brillante e secondo me molto intelligente. Ma è stato davvero un caso, mi spiace dirlo.
In questo senso, per il prototipo della studentessa contemporanea in Italia, penso di essere stata un’ottimo elemento, perché in base alla mia esperienza, nessuno mi toglie dalla testa che il sistema scolastico italiano è messo in piedi in un modo tale da sfornare gente che non ha alcun interesse per la Cultura Umanistica in generale e per una visione umanistica del mondo. Infatti, io da brava pedina della scacchiera, durante gli anni di formazione non avevo maturato assolutamente nessuna passione per nessuna materia, comprese però anche quelle tecniche, tranne quella letteraria. Sapevo però fingere bene e viaggiavo sempre con buoni voti, nonostante mi rifiutassi di studiare.

Giovan Francesco Gessi (Bologna 1588 – 1649) Morte di Adone
Ho avuto spesso la sensazione che l’intento primo fosse quello di allontanare i ragazzi da ciò che li può appassionare alle materie che parlano di umanità. In età adolescenziale, ricordo, si è in spasmodica ricerca di un senso da dare alle cose della vita; ebbene, se si ha la sfortuna di frequentare una scuola italiana (non lo so se sono tutte come quella che ho frequentato io, ma io mi limito a riportare la mia esperienza), alle domande sul senso delle cose e della vita, non si avrà mai risposta, perché il modello educativo è strutturato in modo tale da sviare certi argomenti e a stufare anche un Giobbe!! Figuriamoci se riesce ad interessare un adolescente che già di suo vive un’età difficile, delicata e particolare!
La situazione nel mio caso è cambiata in seguito, una volta terminate le scuole dell’obbligo, ovvero quando ho avuto finalmente il tempo e il modo per dedicarmi alla lettura in piena libertà. Publio Ovidio Nasone, però, lo incontrai molto tardi, da adulta e per caso. Lo trovai su una di quelle bancarelle dei libri usati. Mi attirò il nome buffo, tutto qui; di lui non ne sapevo ovviamente nulla.

Il «Ratto di Europa» (1560-2) di Tiziano © Isabella Stewart Gardner Museum, Boston
In qualità di persona che ama leggere e parlare di cose che legge, mi prendo la responsabilità delle critiche che ho esposto poc’anzi e confido che siano costruttive e non fini a se stesse. Ci vorrebbe un approccio decisamente diverso alle materie umanistiche, oggi.
Intendiamoci, lo so benissimo che le mosche bianche esistono anche fra gli insegnanti e che nonostante tutto riescono ad avere risultati e salvarne molti di quei ragazzi, ma non ci credo che questa è la prassi; semmai queste sono eccezioni. E sono eccezioni eroiche, gente che per uno stipendio misero riesce a farsi piacere quello che fa ogni giorno, nonostante tutto. Perché le vittime in tutto questo non sono solo i ragazzi, ma anche gli insegnati che hanno la vera vocazione per essere tali! IN realtà le vittime di un sistema educativo strutturato male, sono tutti quelli che ci avranno a che fare. Ce ne sono di persone meravigliose che si dedicano anima e corpo al lavoro dell’insegnamento e questi, proprio per l’amore che portano per quello che fanno, subiscono la situazione quanto e forse più dei ragazzi. Lo so perché li ho conosciuti. Tuttavia io non mi sono mai sentita vittima; semmai mi sono sentita defraudata di un diritto fondamentale, che è quello della formazione.
Io mi sono tirata fuori da tutti quei meccanismi logori che si mascherano di efficienza e decenza, perché li ho trovati sgradevoli, falsi e funzionali a un sistema educativo che in ultima analisi risulta spesso addirittura dannoso. HO vissuto ai margini di tutto ciò, pur fingendo di farne parte. E allora, da anni e con mia somma gioia, mi limito a leggere libri in totale libertà e autonomia, anche quelli considerati “difficili” e a cercare di capirne il senso, seppure facendo a volte una immane fatica, ma ne vale la pena, perché i libri sono uno specchio prezioso e nel senso che ci ridanno, è implicito il senso del vivere. Questo vale in modo particolare per i classici e Ovidio ne è un esempio mirabile.

Le Metamorfosi sono un pozzo delle meraviglie, questo posso dirlo serenamente e con cognizione di causa, perché lo stupore che fa nascere è stata una costante durante la mia lettura! E in quanto tale, mi stupisco di quanto poco se ne parli e di quanto poco venga letta quest’opera se non, appunto, dagli addetti ai lavori e nelle sedi dedicate.
Io che amo le fiabe, i miti ed i simboli, ho trovato nelle Metamorfosi un concentrato di tutti questi elementi e la prima volta che ho letto questo testo, ricordo che non riuscivo a smettere; mi ha ipnotizzata e conquistata subito!
HO due edizioni di questo testo: una è quella di Einaudi, del 1979, con un saggio di Italo Calvino (Calvino me lo ritrovo ovunque, un po’ come Tolstoj) e il testo latino a fronte; è il classico libro che ti farebbero comprare i professori per le lezioni di letteratura classica, presumo, e a qualcuno questo può smuovere un moto di rifiuto, ma penso sia meglio non giudicare mai un testo da come ce lo hanno presentato a scuola (per quei fortunati che almeno hanno saputo dell’esistenza di questo poeta). Molto meglio provare a leggerlo per conto nostro, perché così ci evitiamo di perdere delle grandi occasioni.
L’altra edizione è quella più recente del 2014 di Rizzoli, a cura di Vittorio Sermonti. Consiglio a tutti quest’ultima edizione, perché Sermonti, che è nato nel 1929 ed è morto nel 2016, è stato un prolifico interprete di testi classici, oltre che scrittore. Ne ha letti molti, compreso Dante e trovate in rete la sua lettura completa dell’edizione delle Metamorfosi da lui curata. Tempo fa Radio 3 lo propose nel programma “Ad alta Voce”. Questo è il primo episodio caricato da un utente yt; trovate nel suo canale anche tutti gli altri episodi a seguire.
Quello che vorrei passasse è che questo è davvero un libro speciale e “diverso”; sì, perché Publio Ovidio Nasone era uno che per le sue poesie è stato esiliato e messo da parte dall’Impero, uno che ha pagato per essersi divertito a dire le cose come stanno, insomma. Questo io non lo sapevo quando il libro mi capitò fra le mani la prima volta, ma lo scoprii dopo averlo letto, e dopo aver letto i saggi introduttivi all’autore e al testo.

Gian Lorenzo Bernini – Apollo e Dafne – Galleria Borghese – Roma
Le Metamorfosi è un testo diviso in versi (trattasi di testo poetico) e in quindici libri.
Il Libro Primo apre con una cosmogonia, ovvero con la descrizione dell’origine del Mondo. Ovidio parte proprio dall’inizio, insomma, come se scrivesse una Genesi, ma ovviamente in una dimensione politeista. Descrive i miti, che spesso descrivono a loro volta se stessi, relazionandosi con l’umanità in una spirale indissolubile di eventi e fatti che si intrecciano fra loro e a storie mitologiche. L’inizio delle Metamorfosi è dunque una descrizione meravigliosa della nascita del Mondo; sono versi che rimangono impressi nel cuore e nella mente e fanno anche ragionare parecchio in merito alla fatidica domanda di sempre: il mondo come è nato? E noi esseri umani, da dove caspita veniamo? :)IN quest’epoca di complottismi e di ipotetiche invasioni aliene, trovo che questa sia una delle domande esistenziali più attuali che mai!
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