La figlia del re era orfana. Abitava nel palazzo del re ed era molto ricca. L’avrebbero incoronata regina non appena avrebbe compiuto vent’anni, ma lei era già stanca del ruolo istituzionale e non ne voleva sapere. Era una figlia di re recalcitrante, quella.
Si dilettava a giocare per lunghe ore a God of War e Halo Infinite e a seguire le serie su Netflix; anche sei o sette contemporaneamente. Erano quelle le uniche attività che le venivano veramente bene; aveva raggiunto i massimi livelli innumerevoli volte in quelle discipline fra il ludico e l’”impegnato”. Era brava nel seguire intrecci di trame e avvenimenti inattesi che le serie televisive le proponevano, mentre le sceneggiature si ripiegavano spesso su loro stesse, lasciando il finale in sospeso e in attesa di un ulteriore sequel.
Spesso confondeva i videogiochi con le trame delle serie televisive; accadeva se perdeva qualche ora di sonno in più davanti ai monitor. I suoi tutori, lei non capiva perché, giudicavano quelle occupazioni sconvenienti ed inutili; le dicevano che erano “robe da servi”, ma lei rivendicava il diritto di fare della propria vita un po’ come cazzo le pareva, perché era la regina.
La figlia del re era dunque oppressa da innumerevoli incombenze e responsabilità istituzionali che disattendeva regolarmente. Ma ogni tanto le toccava uscire dal suo mondo ovattato fatto di realtà fittizie e virtuali e nonostante le sue rimostranze, non poteva proprio defilarsi dai doveri di corte; il popolo non glielo permetteva. Il popolo aveva bisogno di una regina e non c’erano storie.
Le toccava quindi dare un occhio a documenti amministrativi e a questioni diplomatiche; le toccava mettersi a studiare qualche lingua e a sostenere brevi, ma intense sessioni di lezioni di materie scientifiche e umanistiche, che detestava tutte e con una democratica nausea, non salvandone nessuna. Lei a fare la regina, si annoiava a morte, questa era la verità.
E’ comunque tipico e accade spesso; pochi reali nascono con la vocazione di reali, esattamente come pochi poveracci nascono con la vocazione di poveracci; può sembrare che vi sia una sostanziale differenza fra le due condizioni, ma in realtà non è così. Un reale che volesse fare il poveraccio avrebbe le stesse difficoltà di un poveraccio che volesse fare il reale, perché se nasci sfigato/a e ti mettono nelle coercitive condizioni di fare una vita che non ti appartiene, sempre uno sfigato/a rimani.
Pare strano, ma il mondo è pieno di gente che nasce in famiglie che li obbliga ad essere qualcosa che non gli somiglia. Uno nasce in una famiglia bene di avvocati, medici o insegnanti e per forza di cose o fa il medico, o l’avvocato o l’insegnante e magari a lui interessava fare lo scalpellino, o il pescatore o l’infermiere. E viceversa uno nasce in una famiglia di operai e lo obbligano a fare “almeno” una scuola professionale, dove ti insegnano un buon mestiere e magari lui vuole fare l’avvocato, il medico o l’insegnante.
Dal punto di vista strettamente legato all’aspetto economico, noi italiani queste cose non le possiamo comprendere, perché fortunatamente negli ultimi anni la macchina democratica ha risolto la questione tassando a morte tutti quanti in maniera indiscriminata; così che uno faccia l’avvocato o l’imbianchino, fatica a tirare avanti, a prescindere.
Ma la figlia del re non aveva problemi economici, perché faceva parte di quell’elite che usava Netflix ed i videogiochi, assieme a molti altri strumenti di controllo, per fare in modo che il popolo rimanesse al suo posto, fra il rincoglionito ed il depresso e non creasse problemi. Ma il caso volle che purtroppo la febbre dei popolani avesse infettato anche la figlia del re e questo non andava bene. I tutori provarono a dirle in tutte le salse che lei doveva usare quegli strumenti per manipolare le menti dei sudditi, non farsi a sua volta manipolare; quelle erano armi di distruzione di massa ed era insano usarle su se stessa.
Quando la figlia del re sentiva fare questi discorsi, si limitava a sbuffare con il visetto imbronciato e girava i tacchi. Poi si chiudeva in camera come un hikikomori collegandosi alla rete e non facendosi vedere in giro per giorni e giorni; così saltava le lezioni ed i suoi doveri di futura regina andavano a farsi benedire. I tutori erano molto preoccupati e decisero che era arrivato il momento di porre rimedio all’incresciosa situazione. Trovarono una soluzione complottista: fecero un’ordinazione su Amazon di una sosia; il servizio efficientissimo mandò al palazzo una copia spiaccicata di una sedicenne in un pacco ben imballato; arrivò con un giorno di anticipo rispetto al convenuto e gli amministratori di corte provvidero a fare un’ottima recensione sul rinomato sito.
La sosia presentava tutte le caratteristiche necessarie e richieste e fu giudicata idonea a svolgere le mansioni di regina. Diligente negli studi, con grande capacità di concentrazione e di elaborazione dei problemi; dotata di ferrea disciplina ed estremamente ambiziosa e tenace, venne istruita a dovere per tre lunghi anni. Ovviamente il giorno dell’incoronazione la vera futura regina venne interpellata al telefono (perchè lei non voleva saperne di vedere nessuno) per chiederle se intendeva partecipare alla cerimonia, ma lei rispose che doveva finire il settimo livello di Forza Horizon 5.
Venne incoronata regina la sosia, mentre la vera figlia del re rimase nel suo loculo lussuoso per il resto dei suoi giorni e raggiunse livelli inimmaginabili nella sua attività di gamer; aprì un canale youtube e milioni di follower la seguivano giorno e notte nelle sue performance che divennero sbalorditive; in poco tempo raggiunse il vertice delle classifiche e monetizzava milioni su milioni anche con brevi video dove dimostrava la sua bravura a un popolo adorante.
Il giorno dell’incoronazione della falsa regina, per le strade non si vide nessuno, perché il popolo era rinchiuso in casa a seguire una sfida fra gamer senza quartiere. Una delle giocatrici, neanche a dirlo, era la vera figlia del re e la vincitrice fu lei, perché il popolo la adorava in massa!!
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