ascolta la fiaba “La Rapa” dei Fratelli Grimm
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Ho già avuto modo di dirlo, ma questa volta lo voglio sottolineare: più mi addentro nel mondo dei testi fiabeschi, e più mi rendo conto di quanto siano simili ai testi sacri! (Ti vedo! Dì la verità, che pensi che sono blasfema!) Diversi livelli di lettura si sovrappongono e più vai in profondità e più ti devi necessariamente stupire di quanta sapienza e di quanta saggezza questi testi contengono. Insomma, io sono infinitamente grata a chi ha scritto le fiabe, a chi le ha divulgate! Rispetto e immensa gratitudine per questo stumento potente!
Sono dei veri e propri scrigni di informazioni! E ogni volta che le leggo ci trovo sempre qualche cosa di nuovo, di mitico, di nascosto e che non avevo notato nella lettura precedente. Ed i parallelismi con i Vangeli, con la Mitologia Classica, con le saghe e le raccolte di storie anche di paesi lontani, non si contano; sembrano scritti tutti da una stessa mano, o da una mano che dirige molte mani molto simili fra loro.
E anche questo fatto desta meraviglia, ma ci sono già più abituata, perché accade così anche con la Bibbia; storie che contengono storie, che a loro volta contengono storie e ogni storia è una risposta a un sacco di domande che fino a un momento prima non avevano risposte.
La parte relativamente difficile di questo viaggio magico è la concentrazione richiesta, affinché ci si possa addentrare in questi mondi nascosti con una chiarezza di visione limpida; una visione che non ti lasci quel senso di incompiuto, come se ci fosse qualche cosa che sai che va compreso, ma che non hai ancora afferrato.
Se rimani concentrata, prima o poi la risposta, le risposte arrivano da sole, quando meno te lo aspetti! Ed è una magia ogni volta! La vera magia! Sono come delle folgorazioni improvvise che ti arrivano mentre lavi i piatti, o mentre metti il guinzaglio al cane… di colpo ti arriva la risposta!
Prendo d’esempio la fiaba che ho pubblicato un giorno fa; quella dei Fratelli Grimm che si intitola “La Rapa”. E’ particolare il fatto che molte fiabe comincino con il parallelismo ricco/povero, come se ci volessero dire: “Guarda che ti sto insegnando qualche cosa sulla Vera Ricchezza, fai attenzione!” E io ci ho fattto attenzione, infatti, e il mio viaggio in queste tematiche legate alla possibilità di vivere una vita prospera è partito da qui: dalle Fiabe.
E la stessa fiaba racconta che per racogliere la ricchezza, prima devi seminare (vedi la parabola del seminatore ) e solo poi puoi raccogliere. E in questo caso il soldato, che ha voluto CAMBIARE mestiere e diventare contadino, per avere più Ricchezza, ha seminato bene e ha raccolto la sua fortuna. Ma la sua Ricchezza sono state le suescelte ed il suo modo di agire, o la ricchezza materiale alla quale lo hanno portato le sue azioni? Entrambe le cose; l’una sostiene l’altra. Ricchezza spirituale e ricchezza materiale camminano insieme; se manca l’una, manca anche l’altra.
E la Rapa stessa è un simbolo; il simbolo di qualche cosa che sta crescendo mentre noi non lo vediamo, perché è ipogeo, nascosto nel profondo, sotto terra, (nella nostra parte subconscia) ma che è il frutto del nostro lavoro, delle nostre azioni FATTE PRIMA di ottenere il risultato. La semina è come una preghiera efficace, l’espressione del desiderio (vedi la fiaba del pesciolino d’oro) perché implica una causa che porterà a una conseguenza. Questo in Natura accade sempre, ovunque. Non è solo una preghiera di richiesta; è un ATTO CONCRETO; ed è così che si prega!
Io uso le Fiabe come si fa con i Tarocchi; le scelgo a caso, a occhi chiusi faccio scorrere le pagine del libro e poi mi fermo, e mentre le scelgo faccio una richiesta e, udite udite: nella fiaba che poi leggo la risposta alla domanda che mi sono appena fatta, c’è sempre. Provate, se non ci credete! Faccio la stessa cosa con i Vangeli o con il libro dei Salmi! Mai fallito!
Ma loro, quelli che le hanno scritte, mica parlano solo di prosperità! Parlano però di come si può arrivare a vivere una vita degna, parlano del senso profondo della Vita, della Magnificenza che potenzialmente alberga in ogni individuo senziente (e che la maggior parte di noi ignora); parlano della forza immensa dell’Amore, della Compassione, dell’Equilibrio, della potenza del Pensiero e dell’ Immaginazione, del Buon Senso, della Saggezza, quella vera.
Parlano dell’importanza di riuscire a liberarsi dai peccati, ad essere puri, ma non nel senso bachettone che purtroppo pensa la maggior parte della gente; essere puri significa saper comprendere e saper compiere davvero la propria missione nella vita, liberarsi dai peccati significa fare quello che ti viene meglio e lasciar perdere le zavorre condizionanti che ti limitano! Insegnano a fare quel che va fatto, nel modo giusto. Insegnano ad essere Persone, Uomini e Donne. Ed è un peccato che non si leggano nemmeno più ai bambini, le fiabe.
Ma d’altronde, se le Persone sapessero queste cose, mica dovrebbero comprare pasticche per tenersi in piedi, mica dovrebbero rivolgersi a chi gli sistema i sentimenti una volta alla settimana, mica dovrebbero raccogliere i loro ragazzi che non hanno saputo essere forti abbastanza, dalle strade della disperazione. E tutto questo non farebbe comodo a qualcuno, ma salverebbe un mucchio di gente da se stessa, dalla propria ombra incontrollata.
Perché vedete, secondo me, le fiabe erano fatte per essere lette ai bambini, ok; ma secondo voi, chi è che legge le fiabe ai bambini, se non gli adulti? Quindi, il messaggio andava ai piccoli, che lo elaboravano nel loro subconscio mentre dormivano e crescevano più sani e consapevoli, liberi dalle paure ataviche e meno ataviche che albergano nelle menti e nel profondo dei più giovani oggi, perché oggi le fiabe non le legge più nessuno. Oggi i bambini si mandano dallo psicologo e gli si prescrivono gli psicofarmaci; così crescono deboli e indifesi e alla sera si vedono un bell’horror o qualche saga insulsa che parla di storiellesceneggiate male fra il romantico-melenso e l’attività edificante di succhiare il sangue al partner.
Ma d’altra parte, gli adulti che leggevano le fiabe ai più piccoli, le assimilavano a loro volta e a livello personale; e le nonne che raccontavano storie ai piccoli davanti al fuoco, ad ogni racconto ne beneficiavano anche loro prima di andare a dormire, ovvero nel momento in cui il messaggio alla mente subconscia arriva meglio e prima e così si facevano la loro terapia priva di controindicazioni. Le televisioni hanno spazzato via tutto questo! Il danno è incalcolabile e l’entità l’abbiamo potuta constatare proprio negli ultimi tre anni e mezzo! E’ bastata una brutta storia raccontata male e in modo reiterato per distruggere milioni di esistenze.
E come mai? Beh, oggi chesi fa? Oggi niente fiabe; niente raconti di gruppo umano, ognuno per sè, e oggi tablet, smartphone, televisione e pc acceso fino alla perdita dei sensi. Oppure si leggono le fiabe edulcorate, ovvero contraffatte, manipolate in nome del politicamente corretto, delle teorie di genere e dell’evitamento della parte cruenta che (sia mai!!) magari scuote le coscienze.
In realtà, le parti cruente presenti nelle fiabe SONO INDISPENSABILI e non hanno mai fatto morire di paura nessun bambino, non hanno mai creato mostri psicopatici (non so se si può dire altrettanto dei media che si danno oggi in mano ai bambini) e non hanno mai fatto perdere il sonno a nessuno! Semmai sono servite a rafforzare i caratteri, ad esorcizzare le paure, a prendere coscienza che la vita non è solo un gioco al luna park, ma che una soluzione si trova sempre!
I danni dell’evitamento dei testi utili a renderci persone migliori sono incalcolabili! Io auspico che la gente si renda conto in un’epoca prossima ad un risveglio (o a una Rinascita, come la chiamo io). E non parlo solo di fiabe, ma parlo anche dei testi legati ai miti, e dei testi sacri come la Bibbia, ma non solo la Bibbia (i testi sacri di tutto il mondo). Prendiamo in considerazione scrittori come Tolkyen, ad esempio; leggere Tolkyen è come fare un vero e proprio viaggio nel proprio profondo; lui ci ha messo tutto! E’ completo, illuminante, fantastico, mica solo un fantasy!
I giovani appassionati di Tolkyen, per me si salvano; gli altri, non so… Bisognerebbe vedere se c’è dell’altro che assurge alla medesima qualità fra le produzioni letterarie contemporanee. Forse Harry Potter, può darsi, ma non lo conosco abbastanza bene per potermi esprimere. Ho appena cominciato a leggerlo dopo l’appassionata recensione di Eleonora Bergonti (che saluto e alla quale mando tutto il mio affetto).
Tornando alla fiaba “La Rapa”, lo avete notato “L’appeso”? Ritornate all’ultima parte della fiaba, se vi va e ascoltate bene, o leggete cosa dicono questi scrittori dediti alle iniziazioni. Per chi non lo sapesse, “L’appeso” è uno dei ventidue arcani maggiori dei Tarocchi e in particolare è il dodicesimo; numero mistico cherichiama al numero degli apostoli, dei segni dello zodiaco, ai Cavalieri della Tavola Rotonda (altre storie, e altre saghe) e a un sacco di altri elementi presenti un po’ ovunque. Il numero dodici ricorre ovunque, anche nei nostri calendari, con i mesi dell’anno.
Vi raccontoquesto a dimostrazione del fatto che le Fiabe, non sono solo storielle per bambini; contengono una forza e una potenza inimmaginabile, per chi volesse leggerla e capirla, conoscerla e farla propria. Contengono tutto il non detto, il non palesato; e se si tengono nascoste certe cose, c’è sempre comunque un ottimo motivo, come dice il contadino allo scolaro che si fa appendere a testa in giù. I Grimm, come Collodi, come Aleksadr Afanas’ev, come Calvino e altri, non erano quello che si pensa; conoscevano i Tarocchi, la Cabala e sapevano bene come descrivere le cose affinché arrivassero nel modo giusto al nostro se profondo.
La figura dell’appeso, ve l’ho messa in alto… come ogni singolo arcano, è un mondo a sè e ve la racconterei, ma questa è un’altra Storia Selvatica ed il post è già fin troppo lungo, mi sa, ma mi auguro che questo mio tributo alla fiaba, riesca quantomeno a smuovere la curiosità di qualcuno e, per già non lo fa, ad avvicinarsi un po’ di più a questa “letteratura magica”.
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