Il Bosco – La Strada – parte prima

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Questa che vorrei indicare ai viandanti, è la via delle foglie brillanti e dei muschi profumati di terra. Questa è la strada delle fate, delle ninfe e degli gnomi; quella che si addentra nel fitto della foresta e poi prosegue ancora più addentro, fra le fronde fresche, dove la luce filtra appena e dove tutto il suolo è soffice, avvolto da tappeti di verde brillante ed erba tenera e morbida. E’ il bosco delle luci magiche, questo, e dei suoni soavi che invogliano a sognare.

Questo è il bosco dei ronzii, dei sentieri appena percettibili alla miope vista di un umano, scavati da zampette pazienti, da tenaci e minuscole formiche di terra e da decise e resilienti formiche Rufa rufa; leggeri percorsi infiniti e fitti di reti e labirinti a raggera, disegnati da una miriade di brevissimi passi e di minuscole zampette di superficie, e smossi da morbidi esseri sotterranei e invisibili.

E’ la strada migliore quella del bosco, perché è accompagnata da una mirabile schiera di amici visibili e invisibili, discreti e splendidi, alcuni alti e possenti e altri piccoli o minuscoli. E’ la mia strada, questa, quella che conosco meglio, che sento più vicina; è la più varia e splendida, quella che ho scelta da tempo e non me ne sono mai pentita, e dalla quale non ho mai avuto delusioni, sconforto, tristezza. Questa è la strada che mi ha salvato milioni di volte dall’inutile, dal nulla, dalla mediocrità e non ricordo nemmeno più quante volte ho avuto il privilegio di ammirare le fronde per rendere loro grazie.

Un tempo era la strada di molti, veniva rispettata con grande consapevolezza dagli umani; gli antichi conoscevano e riconoscevano l’immensa saggezza degli esseri che portano le foglie. Li veneravano, li omaggiavano di preghiere e doni; li sapevano ascoltare e prendere d’esempio. Oggi pochi sanno di che cosa sto veramente parlando, e ancora meno sanno portare il rispetto dovuto a questi esseri miracolosi. Possenti esemplari vengono spazzati via da orde di motoseghe e da raffiche di vento anomale e non rimane nulla. Oggi occorre raccogliere la saggezza perduta, di nuovo, e portare agli esseri che portano le foglie il dovuto rispetto.

Nessuno crede più ai miracoli, eppure gli alberi si nutrono con acqua, terra e sole e non consumano né acqua, né terra, né sole. Gli alberi non consumano nulla che non venga restituito prontamente; hanno creato un equilibrio perfetto con il tutto; io questo lo chiamo “Miracolo”, non so voi. Gli alberi che costeggiano questa strada sanno muoversi e lo fanno in silenzio, con estrema lentezza e con eguale efficacia ed efficienza; nessun movimento di nessuna parte di una pianta ha luogo inutilmente e senza raggiungere lo scopo al quale tende.

Gli alberi parlano; lo fanno a voce alta quando si fanno abbracciare dall’aria e dal vento fra le fronde, e si lasciano dondolare con eleganza sussurrando appena quando sono attraversati dalle brezze leggere. Gli alberi parlano quando accolgono a piene foglie la pioggia; non importa se questa è violenta e scrociante, o appena percettibile e leggera; loro si fanno scorrere rivoli allegri lungo i rami, e poi giù, lungo i tronchi, fino nella profondità della terra, dove affondano le radici e sussurrano la loro gioia. Rallentano lo scorrere dell’acqua e fanno sì che la terra la sappia accogliere con gradualità, fino a imbibirsene profondamente. Sono lo strumento unico e magico che lega le nuvole al terreno. Sono così immensi e forti gli alberi, anche i più piccoli, che possono fare a meno di parlare per essere immensi!!

Questa è la strada che non ci appartiene, perché noi siamo animali e non sappiamo vivere stando radicati al terreno; noi dobbiamo muoverci, altrimenti ci tocca morire. Siamo così fragili rispetto agli alberi, noi. Questa è la strada degli esseri che parlano in ogni attimo con la Terra, la strada di chi sa vivere senza dover fuggire dai predatori; è la strada degli esseri che ad ogni ferita si rigenerano più forti e più possenti di prima!

È la loro strada questa, ma ci può accogliere se la percorriamo con il dovuto riguardo, con il rispetto necessario; la strada del bosco è quella che ci porta verso il futuro, che ci indica una via sicura, un approdo e una salvezza da noi stessi, e dalla nostra arrogante stupidità. E’ una strada che insegna ad essere umili e attenti. Abbiamo così bisogno di essere umili, oggi! Abbiamo così bisogno di essere più attenti!! Invito i viandanti a scoprire il percorso, perché mai come ora è urgente e mai come ora ne vale la pena.

Continua…

25 risposte a “Il Bosco – La Strada – parte prima”

  1. Avatar Sandro Dandria

    “Sono così immensi e forti gli alberi, anche i più piccoli, che possono fare a meno di parlare per essere immensi”.
    Wow….. Sai raccontare Elena. Scrivi cose importanti e le sai porgere all’attenzione altrui. Grande!

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Mi fa piacere se son riuscita a dire quello che provo a dire da tanto tempo, Sandro. Se qualcosa ti è arrivato, allora non scrivo inutilmente e questo per me è importante. Il merito però penso che sia anche di chi ha la sensibilità che gli permette di “percepire”. Grazie.

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  2. Avatar egle67

    Mi piace ogni cosa che hai scritto

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Ne sono felice, Egle. Sembrano solo parole, ma secondo me sono anche ragionamenti importanti (importanti, non perché li faccio io, ma importanti in un’ottica di sopravvivenza della nostra specie) che dovrebbero fare in quante più persone possibili e che dovrebbero portare a un cambiamento radicale nel modo di vivere; è urgente.

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  3. Avatar Nereo Villa

    Quello che tu giustamente e amorevolmente percepisci come miracolo dell’equilibrio tra il bosco, la terra e gli animali, avvertendone la mancanza nel regno umano, non è altro che esigenza di esemplare armonia nella vita reale dell’organismo sociale, la cui testa è terra che dà frutti; i polmoni, le piante; e le membra, il moto degli esseri, dai bruchi fino alle farfalle e agli angeli.

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Il punto è che l’organismo sociale non sa più prendere esempio dalla Natura, perché da troppo tempo si ritiene “cosa altra” da essa, Nereo. E in quanto tale, non può vederla e comprenderla; per capire cosa siamo, occorre capire di che cosa facciamo integralmente parte. Per capire davvero gli equilibri che nella nostra società non sappiamo creare, occorre saper rientrare in un equilibrio più ampio che ci comprende tutti. E per poter fare questo, occorre smettere di pensarci come dei corpi estranei in un mondo che pretendiamo di assoggettare alla nostra stupida e miope supponenza, per sfruttarne lo sfruttabile. Se non facciamo questo passo, siamo e rimaniamo poca cosa, esattamente come qualcuno vuole che sia.

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      1. Avatar Nereo Villa

        Il collettivo prende solo esempio dalla natura in cui il pesce grosso mangia il piccolo, in quanto l’individuo considera sé stesso animale secondo scienza, quando la realtà del regno umano è sovrasensibile, sovrannaturale, cioè di un altro mondo. In verità ogni collettivo è pertanto non vivente, quindi disorganicamente morto. Onde l’esigenza sociale che così non sia.

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  4. Avatar il mio tributo alla bellezza

    Ma se ogni collettivo è disorganicamente morto, e noi intesi come specie umana, se dici questo, siamo già morti… l’esigenza sociale di chi è? Dei morti?

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  5. Avatar coulelavie

    Ah, non te l’ho detto ma mi è piaciuto moltissimo questo testo, che per me è più poesia che prosa…

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      1. Avatar coulelavie

        L’ho pure condivisa su FB 😉
        Ne valeva la pena 🙂

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      2. Avatar Elena Delle Selve

        Caspita!!! Ma grazie. ❤

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      3. Avatar coulelavie

        Ma figurati. E’ un arricchimento per tutti quelli che lo ascoltano. 😉

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      4. Avatar Elena Delle Selve

        SE è così, ne son felice!!

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  6. Avatar astrorientamenti

    Grazie Elena
    molto bello il tuo Post e quanta saggezza nelle tue parole.
    Condivido tutto quello che scrivi.
    Amo la cultura e la saggezza dei Nativi Americani ed il loro grande rispetto per tutte le manifestazioni che Madre Terra ci offre e con le quali occorre interagire sempre
    in quanto con noi viventi; sai come vengono rispettosamente chiamati da loro gli alberi?
    Persone in Piedi.
    Lo trovo meraviglioso
    sereno giorno Elena🌳🌳🌳

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      E’ bellissima questa cosa, Monica; non lo sapevo. I Nativi Americani avevano un rapporto diretto con la Natura; “sentivano” e “vedevano” veramente ciò che a noi risulta invisibile, perché oramai abbiamo i sensi più sottili atrofizzati. Per riuscire a percepire certe cose, ci vorrebbe un lungo allenamento, molto silenzio e soprattutto, un’immersione totale e colma di rispetto nell’Ambiente Naturale.

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  7. Avatar Katia
    Katia

    Ciao Elena, sono Katia, dopo molto tempo ci siamo reincontrate a Trento una domenica di qualche mese fa, forse ti ricordi… Avrei piacere di contattarti in forma privata, via mail, sarebbe possibile? Grazie e complimenti per quello che fai!

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  8. Avatar vengodalmare

    Il miracolo del tuo bosco l’ho percepito in piena, è stato veramente un bel leggerti.

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Ne sono molto, molto felice. L’intento è passare quel che si può percepire, ma non è “il mio” bosco. Questo è il bosco di tutti. 🙂

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      1. Avatar vengodalmare

        Intendevo il bosco come da te percepito, in questo è “tuo” 😊 miracolosamente tuo.

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      2. Avatar Elena Delle Selve

        Ok, adesso ho capito. Vorrei tanto che divenisse un miracolo condiviso… ma mi rendo conto che la mia visione non può essere quella di tutti. Ma ogni singola visione può diventare un’unica grande visione d’insieme. Questo può accadere. 🙂

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  9. Avatar Massy

    Abbracciare gli alberi, ascoltare i rumori e i suoni, osservare movimenti degli animali e poi gli splendidi umori e i sapori del sottobosco. Armonie della natura come un concerto di suoni e di colori.

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Sì, è un concerto da ascoltare con il dovuto rispetto ed attenzione, questo. 🙂

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      1. Avatar Massy

        Sempre con grande rispetto per tutto.

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